Trentino 21/1/2011 – La nostra associazione ha seguito la campagna di stampa avviata da “Il Trentino” sul tema degli affidi dei minori ai Servizi sociali. Vogliamo far sentire la nostra voce prendendo spunto dall’intervista di Gianmario Gozzi che a nome dell’Ordine regionale degli assistenti sociali ha smentito affermazioni infondate che erano circolate in merito alle modalità sommarie con cui si procederebbe all’allontamento dei minori dalle loro famiglie.
Siamo assolutamente d’accordo con Gozzi quando dice che tra i motivi che fanno ritenere l’ambiente familiare non adatto al minore c’è la strumentalizzazione del bambino nella separazione dei due genitori. E Gozzi in merito a questo si chiede “è giusto che i bambini subiscano certe pressioni?”.
Come associazione possiamo rispondere a questa domanda retorica dando atto al coraggio di Gozzi che come nella favola di Andersen ha avuto per primo il coraggio di dire “il re è nudo!”. No, non è giusto che il minore sia usato come arma nel corso della separazione dei sui genitori. E’ talmente grave che un minore sia manipolato in questo modo che la Regione Liguria da tempo ha incluso questo comportamento tra i casi da segnalare come abuso psicologico al Tribunale dei minori. Ci sono centinaia di studi in tutto il mondo che dimostrano come questo abuso psicologico (denominato “alienazione parentale”) porta a gravissime conseguenze per i minori che ne sono vittima.
Vogliamo però aggiungere una precisazione alle affermazioni di Gozzer, che per il resto condividiamo interamente. Dato il contesto in cui il tema è emerso sembra che l’unica soluzione per i casi gravi di strumentalizzazione dei minori nel corso della separazione sia il collocamento presso strutture come il Villagio SOS. Non è così. La soluzione più adeguata sarebbe il cambio della domiciliazione dell’affido, in modo da allontanare il minore dal genitore che lo sta manipolando collocandolo presso l’altro genitore. Purtroppo i tempi delle procedure per la tutela dei minori sono lunghi e quando si interviene il bambino ormai è talmente condizionato da non accettare neppure di incontrare l’altro genitore. E, a questo punto, l’unica tutela per il suo equilibrio è la collocazione presso una struttura. Non è un’idea nostra questa, ma una dichiarazione del presidente del Tribunale dei Minori di Roma, Melita Cavallo, che lo ha ribadito anche la settimana scorsa in una intervista al Tg1: in questi casi bisogna intervenire subito e far rispettare i tempi di frequentazione previsti dal giudice. Quando non si riesce a farlo in tempi rapidi, la situazione si incancrenisce ed alla fine l’unica soluzione diventa la struttura di accoglienza.
Con questa nostra precisazione quindi confermiamo senz’altro il senso complessivo dell’intervento di Gozzi: le procedure di allontanamento dei minori non sono per nulla sommarie nè frettolose, anzi, in certi casi il minore finisce nella struttura di accoglienza proprio perchè gli accertamenti sono stati troppo lunghi.
Giovanni Paolucci presidente Associazione Figli persempre onlus







