TRENTO. Ha voluto «divorziare» dalla mamma alla quale era stata affidata dopo la separazione dei genitori. E’ scappata di casa e, poi, è stata affidata al padre, ma quest’ultimo dovrà continuare a pagare il mantenimento della figlia alla madre. Ha un sapore vagamente assurdo la storia di una ragazza che adesso ha 16 anni di una valle del Trentino. Nel 2007 i genitori si sono separati e la ragazza, che allora aveva 10 anni, è stata affidata a entrambi, ma con abitazione principale presso la madre. Tutto sembrava andare bene. Il padre dovrà versare alla madre un contributo di 450 euro al mese per il mantenimento della figlia. Oltre a questo, doveva contribuire per il 50 per cento a tutte le spese straordinarie, come quelle per gli apparecchi ortodontici o per gli occhiali.
Nel primo periodo dopo la separazione tutto sembrava andare per il verso giusto. Poco dopo, la mamma della bambina ha trovato un nuovo compagno. Dopo poco tempo, i due sono andati a convivere. Tempo un anno e la coppia ha avuto un figlio. Così per la ragazzina sono cominciati i guai. Lei si sfogava con il padre dicendo di subire continue angherie da parte della madre e del suo compagno e non riuscire più a vivere con loro.
Più volte la ragazzina scriveva sms disperati al padre. I messaggi erano di tenore sempre più disperato: «Basta, basta. Io da loro non ci torno. Non ce la faccio più».
La ragazzina per almeno 4 anni ha subito comportamenti sempre più duri. Diceva che la madre la costringeva a fare da baby sitter al fratellino e che vedeva solo questo. Il padre continuava a incoraggiarla e dirle che doveva fare presente alla madre che non accettava più quel comportamento. Ma, a un tratto, preoccupato per quanto stava accadendo, l’uomo è andato dai carabinieri. Alla fine, la ragazzina è praticamente scappata di casa per andare dal padre.
Questi si è dovuto rivolgere alla madre per cambiare le condizioni del divorzio. Così si è deciso che la figlia dovesse andare a vivere con il padre. Il Tribunale di Trento, però, ha stabilito un periodo di un anno per verificare se la ragazzina si trovi bene con il papà e se vi sia un controllo idoneo per una crescita equilibrata di un’adolescente.
Ma il Tribunale si è addentrato anche nelle valutazioni economiche. Con un decreto, i giudici hanno osservato che il papà e la mamma della ragazzina hanno un reddito equivalente, ovvero circa 1.400 euro al mese, ma la mamma paga l’affitto mentre il padre ha un mutuo per l’acquisto della prima casa. Non solo, la donna deve mantenere anche l’altro figlio, così il padre è stato condannato a pagare 150 euro al mese all’ex moglie per il mantenimento della figlia, anche se vive con lui per quasi tutto il tempo.







